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La dieta punti è stata pubblicata in Italia negli anni '70. Si tratta di una dieta che prevede l'assegnazione di un punteggio a ogni singolo alimento; un punto corrisponde ad un grammo di zuccheri assimilabili, cioè utilizzati dal nostro organismo a fini nutrizionali.
Durante la giornata si devono consumare non più di 60 punti e non meno di 40, distribuiti nei pasti quotidiani. Chiaramente l'azione dimagrante sarà più intensa se il punteggio si avvicina ai 40 punti.
Per assegnare il punteggio ad ogni singolo alimento, si è dovuto tenere in considerazione se si tratta di cibo fresco o conservato, il tipo di conservazione del prodotto, se crudo o cotto e in che modo è stata effettuata la cottura (fritto, lessato, al forno, ecc..).
Possiamo così riassumere in modo generico il valore in punti degli alimenti:
Alimenti ricchi di proteine (carne, pesce, uova, formaggi) e grassi; valgono pochi punti
Alimenti ricchi di zuccheri poco assimilabili (alcuni tipi di verdure e alcune salse); tra 5 e 10 punti
Alimenti ricchi di zuccheri assimilabili (alcune verdure, cereali, dolci, alcuni tipi di frutta); elevato punteggio
Questo tipo di strategia alimentare limita, quindi non proibisce, il pane, la pasta, i cereali, i dolci, i farinacei, la frutta.
La dieta punti è interessante in quanto, a seconda del punteggio degli alimenti, è possibile variare le pietanze, combinando i punti in vario modo. E' sufficiente seguire questa dieta per 6 giorni alla settimana, concedendosi un giorno, ad esempio la domenica, per mangiare come si vuole, senza esagerare.
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